Bergamo, Piscine Mozzo – 21 maggio 2023
Ho cercato di rimanere rilassata per tutto il giorno focalizzandomi solo sul positivo e sulle parole che il Coach mi aveva detto il giorno prima. Ero a Milano già da un paio di giorni perché di Giovedi sera i miei compagni di club (Sottopressione) si allenano ogni settimana nella piscina Aquamore della Bocconi, e volevo tentare i 100 metri per la prima volta. Fallii miseramente. Lo considerai il peggior allenamento della mia vita. Cosi ci fu bisogno di una chiacchierata, di un faccia a faccia con il mio Coach, che avvenne appunto il giorno prima della gara e che fu decisivo.
Dunque, cercavo di non essere troppo dura con me stessa ma di essere gentile e di respirare molto lentamente. Ho anche provato a non prenderla troppo sottogamba, tipo “se ci penso poco, ce la faccio comunque”, proprio come facevo con le gare precedenti…le quali sono andate bene si, ma non avevo stabilito una mia routine di riscaldamento adeguata ed una preparazione mentale necessaria, ed erano delle misure decisamente minori. Cosi questa volta cambiai un po’ gli schemi.
La gente si lamentava tantissimo della piscina: corta, da 25 metri, quindi non buona per binne e monopinna ma adatta solamente alla rana; molto scomoda perchè si partiva da una profondità di 1 metro e 30 centimetri e si finiva con 1 metro e 70 centimetri – abbastanza destabilizzante quando l’ideale sarebbe una piscina di 1 metro e 80 centimetri se non 2 metri; era “appiccicaticcia”, aveva una superficie gommosa dove le pinne potevano attaccarsi durante la virata e creare un effetto ventosa cosi forte da poterti staccare una pinna…o almeno cosi mi hanno detto prima della gara. Addirittura mi hanno preparato a come dover pinneggiare in caso ne perdessi una (tipo: se dovesse accadere ricorda che non è consentito fare il movimento della monopinna o fare la bracciata della rana!).
Ho cercato di rimanere neutrale a tutta questa negatività ed incertezza pensando semplicemente a farmela scivolare addosso. Proprio come l’acqua. Alcune persone che conoscevo, non del mio club, sono venute a parlarmi e a darmi consiglio o ad espormi la loro strategia: io rimasi totalmente impermeabile, non volevo sentirli, io avevo il mio piano in testa e niente mi avrebbe fatto dubitare di cio.
Inizio 3 ore prima della prestazione con la mia nuova routine. Stretching profondo di tutte le parti del corpo, attivazione con squats, jumps e plank. Prendo la mia dose di Maltodestrine perchè è ora di pranzo, ma io non posso mangiare.
Vado fuori all’aperto, nel frattempo il sole ha iniziato a scaldare dopo una lunga mattinata uggiosa. Abbasso la frequenza cardiaca respirando lentamente e vado in rilassamento totale. Passo circa una mezz’oretta sotto il sole sdraiata sul tappetino ma subito mi accorgo che poteva essere controproducente: il sole era forte e la mia testa un po’ intontita. La mia paura è quella di potermi sentire debole e senza forze. Mi dirigo in palestra dove ormai non c’era piu nessuno e l’aria era decisamente piu fresca.
Inizio le mie statiche a polmoni vuoti: 30 secondi, 40 secondi ed infine 50 secondi. Non so quanto siano allenanti prima di una prestazione, ma mi aiutano a crederci.
Vado a cambiarmi.
Si, in questa foto sembra che sto per andare in guerra, ma in realtà ero immersa nel mio dialogo interno “ce la farai”. Che forse è proprio quello che ti ripeti quando vai in guerra.
Vado a bordo vasca.
Mi avvicino alla mia corsia, che fortunatamente era proprio quella che speravo, e mi siedo li vicino. C’era M. in partenza e io volevo vederla pensando che mi potesse distrarre positivamente. Assumo una posizione poco rilassata, gambe divaricate e gomiti sulle ginocchia. Il Coach mi fa segno di posare la schiena e di chiudere gli occhi. Io vado immediatamente in rilassamento totale, come quando si ha un crollo adrenalinico, tanto da non sentire il mio nome e i miei 3 minuti di preparazione.
Apro gli occhi e vedo la corsia vuota, mi avvicino al cronometrista e chiedo “Quant’è” e lui “2 min”. A 2 minuti dalla partenza io sono già in acqua a metà della mia preparazione!
Ok, non fa niente. Prendiamola cosi com’è.
Entro in acqua e sento dell’acqua entrare sotto la muta…troppa acqua. La muta era aperta. Cerco di chiuderla da sola perchè a partire dai 3 min nessuno puo parlarti o aiutarti. Un ragazzo offre anche il suo aiuto, ma provo ad ignorarlo… il cronometrista me la chiude, onde evitare la squalifica. Il tempo passa.
1:30 – Ok, non fa niente. Prendiamola cosi com’è. Non c’è tempo per lamentarsi.
Posiziono gli occhialini, il tappanaso e sento qualcuno che mi urla “Lobster!”. Io lo sapevo che era li sul bordo vasca ma tutti pensavano che forse l’avessi dimenticato. Il cronometrista di nuovo mi aiuta e me lo passa.
1:00 – Ok, non fa niente. Prendiamola cosi com’è. Il tempo scorre e devo prepararmi.
Cerco di non farmi assolutamente toccare da niente di tutto questo e comincio a concentrarmi, in fondo non avevo bisogno di cosi tanto tempo per raggiungere quel punto ideale di rilassamento. L’avevo fatto cosi tante volte in cosi poco tempo, mi ero allenata cosi tanto per questo. Sapevo farlo.
Chiudo gli occhi e ripeto il mantra del mio “tuffo”, tutti i passaggi e quello che precisamente devo fare ad ogni vasca, ripercorro 25 metri dopo 25 metri. Mi dico “non badare a quel che è successo, ora approfitta di quel che ti resta per rendere la cosa migliore. Non c’è tempo per lamentarsi”.
Visualizzo il fondo della piscina, visualizzo il primo muro, il secondo, il terzo, il quarto muro e l’uscito. Quel quarto tocco che non avevo mai fatto. Ripeto i passaggi. Il tempo scorre veloce.
30 secondi, 10, 9, 8, 7….3,2,1… Official Top!
Inizio ad inspirare, so che ho almeno 15 secondi di tempo e la mia inspirazione totale richiede almeno 20 secondi ed io cerco di farla leggermente piu veloce per poter rientrare nei tempi. Finisco incamerando piu aria possibile aprendo la bocca due volte, cosa che non avevo mai fatto.
0-25 metri: ritmo pinneggiata uno-due, uno-due, controlla la mia posizione, abbasso la lingua che parte già in alto e mi reca tanto stresso quando la stessa incollata al palato, è come se già stessi deglutendo e questo mi richiama le contrazioni prematuramente. Occhi socchiusi.
25-50 metri: mantengo l’assetto sul fondo esagerando quasi perchè mi sto riavvicinando alla parte della piscina meno profonda. Qui penso solo a rilassarmi, chiudo gli occhi. Abbandono il corpo e lo libero da ogni contrazione muscolare, specialmente all’altezza del collo e delle spalle.
50-75 metri: virata, sento che sono uscita con il sedere e con i piedi fuori dall’acqua, me ne fotto altamente. L’ho fatto una miriade di volte nella piscina di Zug, profonda solo 1 metro e 20 centimetri. Conosco la sensazione e so come rimediare. Infatti, direziono le mani verso il basso e ritorno giu quasi sul fondo. questa è la parte piu critica. Qui canto la mia canzone. Non la scrivo per scaramanzia, ma è rap italiano.
75-100 metri: arrivo al muro, virato solo una volta nella mia vita. Il mio personal best (90 metri) era stato fatto in vasca lunga quindi non avevo il muro psicologico dei 75. Viro velocemente e mi dico: cazzimma. Qui devo cacciarla. Continuo a cantare, apro e chiudo gli occhi, sento qualcosina allo stomaco ma sarà che sono focalizzata su altro, ma le contrazioni non mi sembrano arrivare cosi violentemente. Quasi le percepisco.
Vedo la T, è fatta. Tocco il muro, esco freschissima, un respiro, rimuovo il tappanaso e gli occhialini, “I am ok”, guardo il coach e rido, ma poi ritorno seria, guardo il giudico e ritorno a respirare secondo il protocollo. Per un momento ho pensato che avessi fatto una vasca in meno!
Quei secondi durante i quali il giudice deve convalidare la prestazione sono infiniti, tutti ti guardano negli occhi e quel giorno il giudice sembrava guardarmi in maniera molto intensa. Daje, dammi quel cartellino bianco.
Prova valida!
Tempi:
22″ – 45″ – 1’09” – 1’33”
Dichiarati: 1’30”
Il Coach prende il lobster e S. corre ad abbracciarmi in lacrime. Ho fatto emozionare qualcuno con la mia prestazione. Mai ci avrei creduto!
è stata decisamente la più bella in assoluto. Non dimenticherò mai questa piscina, di quanto fosse scomoda, di quanto difficile è stata la preparazione per questo momento e di quanto “facile” invece è sembrato ritornare a respirare.
Ho iniziato ad allenarmi seriamente in apnea dinamica a Gennaio 2023 ed entrare in élite quattro mesi dopo al primo tentativo è stato per me un traguardo importantissimo. In realtà non era nei pieni fare una gara a Maggio, con il Coach avevamo anche pensato di posticipare i 100 alla stagione successiva. Ma qualcosa in me diceva in contrario, io ci avrei provato e ce l’avrei fatta. Con la preparazione e l’aiuto necessario. Dicevo in giro “nah a me non interessa, entro in élite prossima stagione” ma nel frattempo mi iscrivevo alla gara e visualizzavo la mia prestazione.
Ancora una volta l’apnea mi ha insegnato qualcosa su me stessa.
Non posso dire che non ci credevo o che è stato inaspettato, perché quando ci lavori su, pezzo per pezzo, sai che è meritato. Ma non è stato assolutamente scontato, come non lo è ripeterlo. Assolutamente no.
Per mia sorpresa ho ricevuto tanti complimenti sia lo stesso giorno che quelli successivi. A quanto pare è andata bene anche fuori dall’acqua e quell’ostacolo tra i 75 e i 100 è davvero complesso.
Sono davvero soddisfatta di me stessa e immensamente grata per tuto l’aiuto ricevuto e per i miei compagni di club, specialmente Laura e Natasha con cui mi alleno nelle piscine più disagiate della Svizzera (ahah!).
Dulcis in fundo, quel giorno ho anche beccato una medaglia d’argento nella categoria. La mia prima medaglia!
E dopo mesi e mesi, mi sono lasciata andare anche al bere – ben 3 bicchieri di birra!
Qui sotto c’è il video.
Grazie per avermi dedicato il tuo tempo. Alla prossima.
Buon blu.